Il Codice della crisi (DLgs. 14/2019) esplicita, nel nostro ordinamento, il sistema dell’allerta preventiva, mediante procedure interne ed esterne rispetto all’impresa a cui sono collegate specifiche misure premiali (artt. da 12 a 15 del CCII) e rafforzando gli obblighi organizzativianche in capo alle realtà di minori dimensioni (art. 3 del DLgs. 14/2019 e art. 2086 c.c.).

Le procedure di allerta fondano l’identificazione precoce della crisi sul monitoraggio, in continuo, di specifici indicatori, funzionali a captare situazioni di squilibrioreddituale, patrimoniale o finanziario. Nelle more della prima definizione di tali indicatori in capo al CNDCEC, occorre domandarsi, in concreto, quale sia il corretto approccio al monitoraggio delle performanceaziendali al fine di anticipare, quanto più possibile, l’emersione dello stato di crisi.

In primo luogo, occorre notare che il combinato disposto del nuovo comma 5 dell’art. 2475 c.c. e del nuovo comma 2 dell’art. 2086 c.c. ha di fatto esteso a tutte le società commerciali (escluse, quindi, le sole società semplici) gli obblighi di adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile dell’impresa per le spa di cui all’art. 2381 c.c., anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale.

Per imprenditori e amministratori di imprese di minori dimensioni, la riforma implica, quindi, un radicale cambio di mentalità, a presidio del rischio di mancato adeguato monitoraggio degli indicatori (vieppiù in assenza di un organo di controllo), con conseguente mancata attivazione tempestiva dell’allerta e perdita delle misure premiali. A tal fine, aspetto fondamentale è costituito dalla corretta individuazione degli indicatori propri dell’impresa. Il CCII attribuisce rilevanza a indicatori che verifichino la sostenibilità degli oneri dell’indebitamento con i flussi di cassa dell’impresa, l’adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi, i ritardi reiterati e significativi nei pagamenti.

Il ricorso esclusivo agli indicatori contabili “tradizionali” (PFN/PN, PFN/EBITDA, ecc.) potrebbe pregiudicare la tempestiva rilevazione della crisi in quanto, al superamento dei livelli di allerta, questa potrebbe già versare in uno stadio avanzato; in particolare tali indicatori sono frutto di dati contabili che – in realtà di modeste dimensioni – potrebbero rendersi disponibili tardivamente, sintetizzano un coacervo di fenomeni ed eventi di matrice industriale senza consentire una diretta individuazione dei sottostanti fenomeni aziendali e possono essere di non facile e immediata comprensione da parte dello stesso imprenditore. Potrebbe, quindi, essere preferibile ricorrere a indicatori “industriali” più rapidamente accessibili, ragionevolmente già a disposizione dell’imprenditore, e di più facile lettura.

Su queste basi, è ipotizzabile la modellizzazione di un percorso di monitoraggio in continuo, così articolato:
– mappatura degli indicatori industriali specifici dell’impresa, per verificare, ad esempio, il livello di investimenti o riduzioni anomale nel portafoglio ordini;
– monitoraggio, in continuo, dell’evoluzione degli indicatori industriali reputati significativi per individuare tempestivamente le situazioni di pre-allerta e implementare le azioni di risanamento;
– determinazione delle correlazioni tra indicatori industriali e grandezze di natura contabile, individuando l’impatto dei fenomeni industriali sulle diverse aree di bilancio, in termini, ad esempio, di calo fatturato o incremento dello scaduto fornitori;
– pianificazione prospettica dei parametri industriali e delle correlate grandezze economiche e patrimoniali, su base mensile o trimestrale, per intercettare tempestivamente le derive rispetto ai dati programmati;
– da tale impostazione possono poi essere estrapolati i covenant (tipicamente applicabili nei contratti di finanziamento) che possono fornire una visione più statica, di valutazione ex post.

Individuazione anticipata della crisi

Tale processo è funzionale all’emersione precoce della crisi e all’individuazione ex ante delle cause. Meno agevole il percorso inverso: se, infatti, alla base di una determinata variazione di bilancio possono contribuire molteplici cause industriali, sarà, invece, molto più diretto individuare le possibili conseguenze di fenomeni industriali sull’andamento economico e finanziario.

Le nuove procedure di allerta tempestiva rendono, quindi, imprescindibile per le imprese anche di minori dimensioni la pianificazione pluriennale e un efficace controllo di gestione, con la consapevolezza che gli indicatori industriali, meglio di quelli di natura economica, patrimoniale e finanziaria, vanno alla radice delle problematiche aziendali e, se correttamente monitorati, possono consentire: una più rapida comprensione dei fenomeni aziendali, anche per imprenditori meno avvezzi alla gestione dei dati contabili; l’emersione precoce della crisi; la rapida attuazione dei necessari correttivi.

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