Si chiude il sipario sulla cedolare secca commerciale per gli affitti di negozi e botteghe. Di proroga al 2020 della tassazione agevolata per le locazioni di locali C\1, per il momento, non c’è traccia.

In un periodo in cui le novità sulla Legge di Bilancio 2020 e sul decreto fiscale sono all’ordine del giorno, tutto tace sulla cedolare secca commerciale, sia da parte del Governo che dalle associazioni di categoria.

Una dose di malcontento sulla cedolare secca non manca, tenuto conto che è già stato messo nero su bianco l’incremento della tassazione sui contratti a canone concordato, che passerà dal 10 al 12,5%.

Non si segnalano novità invece sul fronte della cedolare secca del 21% per l’affitto di negozi e botteghe, misura introdotta dalla scorsa Manovra solo per un anno. Senza una proroga, l’agevolazione cesserà i suoi effetti allo scoccare della Mezzanotte del 31 dicembre 2019.

Cedolare secca commerciale, nessuna proroga al 2020 per i negozi

L’approvazione salvo intese del Disegno di Legge di Bilancio 2020 e del Decreto Fiscale collegato suggerisce che il cantiere della Manovra è tutt’altro che fermo, e la cronaca politica delle ultime ore ne è la chiara dimostrazione.

Tasse ed imposte saranno uno dei temi centrali del 2020, con tanti piccoli balzelli e poche e circoscritte riduzioni. La cedolare secca rientra tra i balzelli, ma se negli ultimi giorni si parla tanto dell’imposta sostitutiva sui contratti d’affitto a canone concordato, manca qualsiasi discussione in merito alla cedolare su negozi e botteghe.

È così, verosimilmente, per via degli eccessivi paletti previsti, che hanno limitato non di poco la possibilità di tassare il reddito derivante dalle locazioni commerciali con la cedolare secca del 21%, e reso conseguentemente la misura poco “attrattiva”.

Certo è che, per chi vi ha avuto accesso, la novità ha avuto un peso rilevante, tenuto conto che l’imposta secca sugli affitti non solo sostituisce l’Irpef, ma anche le addizionali, l’imposta di registro e l’imposta di bollo.

Il beneficio potrebbe pero sparire naturalmente dal 1° gennaio 2020, qualora la Legge di Bilancio o il DL Fiscale collegato non dispongano una proroga della cedolare secca anche per gli affitti commerciali di negozi ed uffici.

Cedolare secca negozi, senza proroga addio alla tassa piatta del 21%

È partita dal 1° gennaio la cedolare secca sugli affitti commerciali, novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2019 con decorrenza fino al 31 dicembre. I requisiti stringenti previsti dalla Manovra hanno ridotto in maniera significativa la platea dei potenziali beneficiari della tassa piatta del 21%.

Per potervi accedere, è necessario che il negozio o la bottega concessa in locazione sia di categoria catastale C\1, non superi i 600 mq di superficie, e non esista al 15 ottobre 2018 un contratto già stipulato tra le parti ed interrotto in anticipo rispetto alla scadenza naturale.

Si può però scegliere la cedolare secca in sede di proroga e rinnovo di un contratto già in essere al 15 ottobre 2018 ma arrivato a naturale scadenza.

I vincoli per l’adesione alla cedolare secca commerciale sono stati introdotti per evitare una fuga generale dalla tassazione Irpef, certamente più conveniente per lo Stato.

La cedolare secca risponde però a due necessità:

  • la prima, è quella di ridurre il peso della pressione fiscale sui contribuenti,
  • la seconda, è quella di combattere il fenomeno degli affitti in nero.

Ambedue le necessità non sono meno sentite dal Governo Conte bis che, soprattutto sul secondo punto, ha messo in piedi un piano importante di contrasto all’evasione. Per ora però non vi rientra la proroga della cedolare secca commerciale, destinata (salvo modifiche) a sparire dal 1° gennaio 2020.

Si attendono sviluppi in merito, ma per la prova del nove bisognerà attendere l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2020.

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