“Un pericoloso calo di attenzione sui temi della privacy”: il Segretario generale del Garante Privacy, Giuseppe Busia, lancia l’allarme dal palco dell’ottava edizione del Privacy Day al Cnr di Pisa evidenziando che nonostante l’entrata in vigore, ormai un anno fa, del Gdpr, la situazione che si sta creando in Italia “non è nella logica del nuovo Regolamento Ue, che non prevede un adempimento una tantum, ma richiede una manutenzione continua in un cammino che si fa di giorno in giorno, e quindi c’è qualcosa da recuperare sotto questo profilo”.
Dati alla mano il presidente di Federprivacy Nicola Bernardi ha evidenziato che “i professionisti che si informano regolarmente sulla materia risultano circa 18mila, numero di gran lunga inferiore rispetto alle oltre 48.500 comunicazioni di nomine di data protection officer ricevute dal Garante. E se il 62% degli addetti ai lavori non si tiene aggiornato rispetto a temi che sono in continua evoluzione come quelli della protezione dei dati, questo si traduce inevitabilmente in una scarsa preparazione da parte delle aziende che mette a rischio la tutela della privacy degli utenti“.
Non solo: secondo i risultati degli studi condotti da Alessandro Acquisti, professore di Information Technology e Public Policy all’Heinz College della Carnegie Mellon University insieme con Veronica Marotta e Vibhanshu Abhishek, monitorando per una settimana milioni di transazioni pubblicitarie presso i siti online “di una grande azienda statunitense”, risulta che gli annunci promozionali basati sui cookies di profilazione generano solo il 4% in più di entrate rispetto ad altre forme di pubblicità online che non utilizzano tecniche di tracciatura dell’utente. “E’ difficile capire quanto valore ogni partecipante nell’ecosistema degli annunci online stia aggiungendo al processo, e se le commissioni che gli intermediari ricevono siano realmente commisurate al loro valore aggiunto”, ha affermato Acquisti.
Da parte sua l’ex Garante Francesco Pizzetti ha sottolineato che “la protezione dei dati personali e il Gdpr sono un pilastro fondamentale di un sistema regolatorio complesso, essenziale per lo sviluppo dell’economia digitale nell’Ue e al centro c’è la necessità di trovare equilibrio fra tutela delle libertà e dei diritti delle persone e la libera circolazione dei dati in tutta l’Unione”. Secondo Pizzetti “il Gdpr è fondamentale per completare il Digital single market e consentire all’Ue di competere da posizione forte con gli altri attori globali, come Cina e Usa, nella corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, dell’Internet of things, degli scambi e della produzione di beni e servizi nella età del digitale”.
Fonte: Il Corriere delle Comunicazioni
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